LA FAMIGLIA
UNA STORIA DI PIù DI 600 ANNI
È un legame forte quello che lega la nostra famiglia a Tezze di Piave e a quei paesi fra Conegliano e Oderzo che racchiudono una comunità cresciuta lungo la riva sinistra del fiume Piave. Un paesaggio che a Nord ha l’orizzonte segnato dalle colline del Prosecco, più su lascia intravedere le Dolomiti e, a Sud, il mare e Venezia.
Dal 1420, tante generazioni Bonotto dalle Tezze si sono succedute. Non è facile comprendere le radici profonde che ci legano e quanto sia forte la responsabilità di sentirci un punto di riferimento storico per questa terra. Per noi non è racconto, ma storia vissuta e partecipata: l’influenza degli Ordini Monastici, il dominio della Serenissima, le prime innovazioni nella coltivazione della vite, la nascita della Scuola di Enologia di Conegliano… e tanti altri eventi di un tempo così lungo.
IL CORTIVO
DAL “CORTIVO” TREVIGIANO ATTRAVERSO AMBIENTI TRA LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE
Per entrare in cantina si passa sotto un portico di ingresso che apre al “cortivo” tipico della campagna trevigiana del XVI secolo composto da una doppia fila di edifici che racchiudevano gli elementi caratteristici del tempo come la cantina, la stalla, il pozzo, la colombaia. Elementi che ancora oggi si ritrovano nella sede della Bonotto delle Tezze.
Nel cortile si incontrano gli amici e i clienti; arrivano oggi, come due secoli fa, i carri con l’uva pronta per la pigiatura.
LA CANTINA
L’INCONTRO SUGGESTIVO DI PATRIMONIO STORICO E MODERNITÀ
La cantina è costituita da una barchessa a due piani. Il piano superiore, una volta utilizzato come granaio e per l’allevamento del baco da seta, è destinato oggi a fruttaio per l’appassimento delle uve.
Nelle due sale sottostanti sono ospitati i vecchi tini per l’affinamento.
Accanto a questo edificio sorge una cantina moderna, progettata dall’architetto Toni Follina di Treviso. Un luogo eletto per vinificare e affinare il vino nelle condizioni ideali e per esaltare le potenzialità delle diverse uve che si coltivano. Il territorio è caratterizzato da un’incredibile variabilità soprattutto derivante da terreni così vicini ma così profondamente diversi. L’obiettivo tecnico primario è far esprimere al meglio ogni singola identità.